Parrocchia, invitati alla Santa Cena

Parrocchia Missionaria

Nel regno di Dio non c’è bisogno di molto; occorre il tutto, rimesso nelle mani di Dio.


Nella festa del Corpus Domini, davanti al Pane santo che è il “corpo dato” e il “sangue versato” di Gesù per la vita di tutti, ci chiediamo: chi moltiplicherà il pane per la fame di tanta gente? Dove sono le ragioni della speranza per questo mondo segnato dal male?

Ha detto il Papa: “E’ necessario rilanciare con coraggio la missione alle genti, partendo dall’annuncio di Cristo, redentore di ogni umana creatura”. Ricordiamo tutti la replica di Gesù alla domanda dei discepoli: “Che cos’è questo (poco pane) per tutta questa gente?”: “Date voi stessi loro da mangiare”.

Impariamo dal ragazzo del Vangelo, che mette a disposizione di Gesù i suoi pani e pesci: il miracolo comincia da quelle mani tese. Anche Maria disse sì all’impossibile e la vedova al tempio mise i suoi spiccioli, tutto quello che aveva. Nel regno di Dio non c’è bisogno di molto; occorre il tutto, rimesso nelle mani di Dio.

Il progetto di Gesù è fare del mondo una famiglia attorno alla mensa del Padre. Ogni Eucaristia dovrebbe anche educarci a vivere nella vita – come e al di là della messa – come una grande famiglia, in cui tutti sono commensali.

Impegniamoci allora a dar vita a un mondo nuovo, in cui la legge che tutto regola non è quella del più forte che si impone, cerca il suo interesse, difende i suoi privilegi, cioè tiene per sé, ma dell’amore che si spezza e si dona, come un pane che si divide e si con-divide, cioè si mette in comune, affinché tutti siano saziati.

Il gesto eucaristico di Gesù, oggetto della adorazione di tutti i credenti, ha il valore di una professione di fede ma anche di una assunzione di responsabilità: crediamo che in quel “dare il corpo” e “versare il sangue” da parte del Signore si manifesta la sua volontà di ratificare con noi una nuova e definitiva alleanza.

E noi, entrando in comunione col suo gesto d’amore, attingiamo l’energia per nvivere la stessa sua carità nei confronti di ogni uomo che ha fame d’amore. Il compito missionario cui ci richiama questo sacramento è di essere “una cosa sola con lui” per fare dell’umanità intera “un cuor solo ed un’anima sola”, testimoniando così il suo amore, in modo concreto e percepibile da tutti, fino agli estremi confini della terra.

L’”andiamo in pace” con cui ci si saluta a fine Messa è un invito ad essere “missionari dell’Eucaristia”, diffondendo in ogni ambito di vita la lieta notizia del Pane che ci fa vivere.

Andare a Messa e non sentire il bisogno che tutti trovino il “pane quotidiano” che noi abbiamo nell'Eucaristia, è una cosa che deve inquietare la falsa pace della coscienza.
 

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